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sabato 17 ottobre 2015

Shock economy, un libro da leggere

Da pochi giorni ho finito di leggere, nelle mie brevi serate prima di coricarmi, un testo di peso (sia come pagine che come contenuti): shock economy, di Naomy Kleim.
La sua tesi di fondo è molto interessante e molto ben documentata: la terapia della shock, del terrore, della distruzione è stata pianificata agli inizi del '900 in ambito psichiatrico per 'azzerare' la mente dei malati e poi 'ricostruire' una mente sana ed equilibrata e poi applicata in ambito economico soprattutto dal Milton Friedman e la sua scuola di Chicago. La Kleim ripercorre con approfondite testimonianze e documentate ricostruzioni la idea di fondo di questi cosiddetti 'Chicago boys': approfittare della situazione di disastro socio-economico-finanziario per proporre le ricette liberiste (ampia privatizzazione, deregulation, poco Stato e niente assistenza sociale, ecc). ma da questo primo passo la tesi della Kleim è che questi pensatori e i loro seguaci policy makers hanno poi creato situazioni di caos, voluto e programmato, per poi proporre le medesime ricette liberiste.
Un percorso molto lungo (e devo ammettere che alcune pagine le ho saltate) ma affascinante e inquietante: la nostre economie occidentali sono sotto lo scacco del liberismo, attraverso personaggi che occupano posti di rilievo nelle istituzioni mondiali e nazionali, e soprattutto le economie dei paesi prima di area marxista/sinistra e ora emergenti, che hanno seguito senza successo e soprattutto grandi conseguenze sociali negative, dolorose queste ricette.
Una tesi che ci richiama alla riflessione, a non guardare alle economie solo in termini di numeri ma soprattutto di conseguenze sulla vita non dei ricchi ma della povera gente, che ha pagato a caro prezzo queste ricette liberiste (dal Cile alla Russia, all'Argentina, al centro america, al sud est asiatico). Impressionante la quantità di personaggi di rilievo che seguono e propongono queste ricette.
Forse anche le tanto controverse tesi di una austery in ambito europeo sono sotto la stessa logica: colpire i più poveri, la maggioranza della popolazione ma formalmente mettere a posto i conti.
Un bel lavoro di ricerca e di analisi, una tesi che trova nella pianificazione della guerra in Iraq la sua apoteosi e esplicitazione più evidente.
Creare il caos per aprire la strada ai contratti multimiliardari a favore della aziende e statunitensi e occidentali.
Una tesi per questo inquietante e preoccupante.....

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