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domenica 24 luglio 2011

Africa guarda meno all'occidente e di più ai paesi emergenti

L'annuale report dell'Ocse sulla situazine e le prospettive dell'Africa, per il 2011, dipingono una prospettiva positiva per tanti paesi del continente nero, di crescita economica, soprattutto perchè i vari paesi, soprattutto quelli con materie prime e risorse naturali, stanno rivolgendo la loro attenzione e gli spazi di investimento aii paesi emergenti piuttosto che a quelli delle vecchie economcie coloniali. Più Bric che Usa e Europa.

Guarda il mio articolo apparso su http://www.ilgazzettino.it/ del 23 luglio a pagina 23, nella rubrica l'analisi.http://web.worldbank.org/WBSITE/EXTERNAL/EXTDEC/EXTDECPROSPECTS/GEPEXT/0,,contentMDK:22804791~pagePK:51087946~piPK:51087916~theSitePK:538110,00.html

mercoledì 6 luglio 2011

Benedetto XVI, la FAO, la fame e le donne

"La povertà, il sottosviluppo e quindi la fame sono spesso il risultato di atteggiamenti egoistici che partendo dal cuore dell’uomo si manifestano nel suo agire sociale, negli scambi economici, nelle condizioni di mercato, nel mancato accesso al cibo e si traducono nella negazione del diritto primario di ogni persona a nutrirsi e quindi ad essere libero dalla fame". Ecco il chiaro e forte appello di papa Benedetto XVI ai partecipanti alla 34 Assemlea generalee della FAO lo scorso 1 Luglio sulle reali cause antropologiche della fame e della povertà. Il cuore dell'uomo è il centro da cui si muove ogni scelta, asia incampo personale che sociale. Per questo occorre andare al cuore del problema e non accontentarsi solo di guardare alle cause prossime e alle sue conseguenze immediate e più evidente come dice lo stesso papa. Infatti "una completa riflessione impone di ricercare le cause di tale situazione non limitandosi ai livelli di produzione, alla crescente domanda di alimenti o alla volatilità dei prezzi: fattori che, sebbene importanti, rischiano di far leggere il dramma della fame in chiave esclusivamente tecnica".
La speculazione anche sui beni agricoli è una cosa da condannare sempre, anche perchè non permette un'adeguata politica di sviluppo soprattutto per i paesi poveri o in via di sviluppo: "come possiamo tacere il fatto che anche il cibo è diventato oggetto di speculazioni o è legato agli andamenti di un mercato finanziario che, privo di regole certe e povero di principi morali, appare ancorato al solo obiettivo del profitto?". Benedetto XVI diche chiaramente che "l’alimentazione è una condizione che tocca il fondamentale diritto alla vita". Non si può sfuggire a questo appello! "Garantirla - continua il papa - significa anche agire direttamente e senza indugio su quei fattori che nel settore agricolo gravano in modo negativo sulla capacità di lavorazione, sui meccanismi della distribuzione e sul mercato internazionale. E questo, pur in presenza di una produzione alimentare globale che, secondo la FAO e autorevoli esperti, è in grado di sfamare la popolazione mondiale".
Serve un nuovo modello di sviluppo e un cambio di strategia.
La stessa FAO, recentemente, aveva ancehe presentato un ulteriore dato sullo squilibrio del settore agricolo soprattutto nei paesi poveri, colpiti anche da una disparità di genere.
Innfatti, si legge nel rapporto Le donne in agricoltura, rapporto 2010-11, dice che "anche in agriciltura le donne non hanno eguale accesso alle risorse, sono sotto impiegate o mal pagate, operano in fattorie troppo piccole, hanno meno accesso al credito, spesso ipigate solo part-time o in lavori stagionali senza continuità".
Nonostante le donne occupino il 43% della forza lavoro in agricoltura a livello mondiale, toccando però il oltre il 50% nei paesi dell'Africa sub-sahariana e nel sud-est asiatico, non sono valorizzate e coonsiderate alla pari degli uomini. Dice lo studio della FAO che se le donne avessero parità di genere, la produzione potrebbe salire anche del 20-30%, contribuendo con un +2.5-4% al Pil dei paesi in via di sviluppo e riducendo del 12-17% il numero delle persone sotto la soglia della povertà.